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EMIS KILLA: LA STORIA IN UN LIBRO

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PAG Posted on 7/12/2014, 16:38
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" IL RAP E' LA MIA VITA"


Emiliano Giambelli, in arte Emis Killa, ha cominciato a fare rap a 14 anni. Dopo il suo primo album "L'Erba Cattiva"(2012) - disco di platino, in classifica per oltre un anno - è diventato uno dei protagonisti della scena hip hop nazionale. A fine 2013 ha pubblicato il suo secondo album, Mercurio. Conduce con successo su Sky Sport "Goal Deejay", è stato in giuria a Miss Italia ed ha pubblicato proprio nel mese di Novembre la sua autobiografia "Bus 323, Viaggio di sola andata", edito da Rizzoli. Giudice di Mtv Spit, il giovane rapper ha lasciato il segno la scorsa estate con la sua hit “Maracanà”, colonna sonora di Sky per i Mondiali del Brasile 2014.
Emiliano è un ragazzo sorridente, Killa è a tratti tenebroso. Emiliano ama parlare di ogni argomento e confrontarsi anche su realtà molto distanti dalle sue, Killa parla molto meno perché ha imparato che spesso una parola di troppo detta da chi ha successo può essere fraintesa e strumentalizzata. Emiliano ama rifugiarsi a casa davanti ad un film o ad un libro. Killa vive come un nomade assaporando le strade delle città in cui la sua musica lo porta.

Un aggettivo per descrivere questo periodo.
Consapevole.

Come mai?
Perchè mi vedo cresciuto, tutto quello che sto facendo lo sto facendo con la testa sulle spalle.

Con il successo ha smesso di sognare?
Vivo con questo lavoro e mi sento appagato.La mia vita è già un sogno. Smettere di sognare? Mai neanche se tutto dovesse finire.

Ma ce l’ha ancora un sogno nel cassetto?
Certo. In realtà lo sto vivendo. Mi auguro di continuare su questa strada. E un domani vorrei mettere su famiglia. Ora sono giovane, un po’ incasinato, e non potrei proprio. Ma in futuro lo farò. Mia madre mi ha sempre passato il significato e la bellezza di essere una famiglia.

In Lettera dall’inferno se la prende con Dio...
Il brano è una provocazione. Diciamo che ho un rapporto distaccato con la religione perché mi attengo ai fatti. In ventisei anni non ho visto segni concreti da parte di Dio. Credo che esista qualcosa, perché altrimenti non avrei scritto il pezzo. Ma non penso sia come raccontano a lezione di catechismo. Comunque, suppongo che siamo qui per un motivo. La vita è una macchina troppo perfetta perché sia tutto deciso dal caso.

Balotelli e lei siete un cattivo esempio per i ragazzi?
No. Siamo entrambi ragazzacci. Lui è un po’ esuberante, ma è un modello da seguire. Ama giocare a calcio e lo fa al meglio. Lo rispetto perché è vero. È rimasto sempre se stesso, nel bene e nel male.

Le sue paure?
La morte. E l’aereo. Ma solo perché ho paura che cada.

Lei scrive: «Metto la vita in dubbio mentre fuori c’è un mondo che canta la mia...»
A volte sembra che la gente abbia una visione più chiara di me. Io, invece, mi faccio sempre un sacco di domande.

Sente il peso di fare bene?
Ho delle responsabilità. E faccio un lavoro che non è facile. Tutto questo ogni tanto mi fa sbandare. Mi trovo in un frullatore e non vedo i dettagli.

Per molte persone quello del musicista appare come il lavoro più bello del mondo. Si pensa alla fama, ai soldi, ai privilegi. Ma quali sono i reali contro di questo mestiere?
Tantissimi, a partire dagli orari assurdi, agli spostamenti continui, ai continui problemi di stress causati dalla responsabilità che si hanno. Ma i problemi reali si riversano sulla vita privata, zero privacy. Concludo comunque dicendo che nonostante questi problemi amo il mio lavoro, mi sento fortunatissimo a fare ciò che amo, ma sicuro non è roba per tutti, molti non riuscirebbero a condurre uno stile di vita tanto sballato.

Quanto è difficile per un artista giovane e, indubbiamente bello, arrivare a farsi apprezzare dal proprio pubblico con un “sei bravo” prima che con un “sei bello”?

Ecco, appunto, diciamo che se scrivi belle canzoni pensano tu sia bravo, ma se sono attratte da te per via del tuo aspetto c’è poco da fare, parliamoci chiaro, io sono fan di Jennifer Lopez e quando l'ho incontrata in Brasile non ho pensato certo a come canta.

Perché hai deciso di scrivere un libro ora?

Avevo semplicemente bisogno di poter parlare con più libertà di me, senza pensare a melodia, metrica e rime. Sai molti mi giudicano senza sapere niente e anche tante persone che mi ascoltano non mi conoscono ma pensano di conoscermi ascoltando delle canzoni; speravo che con questo sapessero di più riguardo Emis Killa e la sua storia.

Perchè l'hai chiamato "Bus 323"?
Perchè diciamo che è stato il cavallo di battaglia di tutto il mio percorso fino ad ora. E' il bus che mi portava a realizzare il mio sogno. E' un bus che possono prendere tutti, un autobus come tanti altri ma per ma ha un significato importante.

Che cosa significa "quel bus" per te?

Io ho dovuto per anni fare due ore di viaggio tra andata e ritorno per fare freestyle a Milano. Questo autobus vuol dire tanto per me: vuol dire sacrificio, grande volontà e passione. È stato il periodo più bello in assoluto. Tutto era magico. Vivevo semplicemente seguendo i miei sogni. Mi alzavo contento perchè avevo in testa quello che volevo fare e ne avevo la possibilità grazie a quel bus. È l’icona del mio viaggio.

Parli di “viaggio di sola andata”

Perché di fatto io non ho fatto nient’altro che il rapper nella vita. Non posso più frequentare gli amici che avevo prima perchè non ho tempo. Io sono uno che il sabato sera andava sempre a ballare in discoteca, ora se ci vado è per lavorare. E quindi davvero è stato un viaggio di sola andata. Per me è tutto nuovo, mi fà ncora effetto andare in giro la sera con i miei amici ed essere sempre fermato. È la mia vita ora.

Cosa ti manca di più di quello che racconti nel libro?

La libertà artistica. E con questo non intendo che oggi abbia vincoli con le major, anzi. Ma parliamoci chiaro: oggi ho un grande pubblico. Non ha senso che io torni a fare dei testi “cazzoni” come facevo una volta. Quando ero più giovane c’era molto più cazzeggio e meno lavoro. Ci trovavamo in casa in cinque o sei e registravamo. A volte ci penso, e mi manca questa libertà.

Parli di una situazione famigliare particolare. Scrivere ti ha aiutato a prendere più coscienza del valore di certi gesti dei tuoi genitori?


Da mia madre ho capito cosa vuol dire lavorare per mantenere una famiglia. Tra bollette da pagare e altre spese, ero troppo piccolo per capire al tempo. Ma ora capisco meglio.E' stata meravigliosa. Io vorrei che un domani la donna che avrò al fianco sia come lei. Mi ha viziato, non mi hai mai fatto mancare niente e ci tengo a dirlo sempre. Nel libro racconto molto di mio padre, che soffriva di disturbi della personalità: i miei sono stati un esempio di amore totale per un figlio.

La vocazione

Prima o poi arriva. Prima o poi tutti nella vita si trovano davanti a qualcosa e dicono “Wow! Che bello! Vorrei farlo anche io”. Se uno mi dice: “Minchia, oh, vorrei andare in deltaplano, mi piacerebbe”, io penso: “Vacci, sono sicuro che a due ore da qui puoi trovare un posto in cui imparare”. Sul libro dico, riferendomi a questo: “Andate su quel cazzo di deltaplano”. Niente è inarrivabile, capisci? Magari fare l’astronauta è più difficile che fare il rapper. Ma, se ci pensi, gli astronauti esistono, e quindi qualcuno che da piccolo aveva questo sogno, l’ha perseguito e ci è riuscito.

Cosa ne pensi dei giovani dei talent? Ho percepito una enorme distanza tra quello che tu hai vissuto per diventare famoso e il percorso che invece i giovani di oggi vogliono percorrere. Sembra quasi che tengano più al successo che al viaggio.

Sono completamente d’accordo. Prima di tutto credo che ci voglia la passione, l’amore. Io quando faccio un disco ovviamente ragiono anche in termini di vendite, ma ragiono soprattutto in termini di cuore. Quando faccio una bella canzone, non vedo l’ora che tutti la sentano per sapere che ne pensano. Poi tutto il resto viene automaticamente. Ma al centro ci deve essere la musica. Se fai musica vera, qualcosa arriva. Se invece ragioni facendo musica come se stessi costruendo un cellulare, non puoi aspettarti niente di più che un prodotto.

La partecipazione di Fedez a X Factor. Tu lo avresti fatto?

Credo di sì. Lui è andato a fare il giudice, quindi in una situazione di superiorità. Credo l’avrei fatto anche io. Anche io sono andato a X-Factor una volta come ospite durante un live: il problema non è il talent show. Dipende dalla strada che vuoi intraprendere.

Con lui che rapporto hai? So che siete cresciuti negli stessi posti eppure avete pensieri diversi. Mi racconti la vostra amicizia.

Io e Fedez ci siamo conosciuti quando avevamo 13-14 anni tutti e due perchè siamo entrambi del 1989. Ricordo che lo conobbi una sera in un centro sociale; stava facendo freestyle. Tra noi due all'inizio c'è stata una sorta di astio, avevamo gli stessi amici ma non ci potevamo vedere finchè un giorno un nostro amico Flam Boy ci unisse e ci chiese se volevamo formare una band. Cosi' abbiamo lasciato i litigi in disparte e abbiamo pensato alla musica. Abbiamo cominciato a diventare molto amici. Siamo stati con 3-4 band insieme tutte andate male. Lui dopo qualche anno strinse amicizia con il mio manager Zanna ed entrò nella Blocco Recordz, la mia seconda casa discografica. Ad un certo punto la lasciò perchè conobbe un proprietario della Sony Music e decise di andarsene. Io mi ero affezionato a lui per questo per un periodo non gli parlai. Adesso che abbiamo entrambi un grande pubblico siamo amici. Ci siamo lasciati alle spalle il passato e un giorno ci siamo presi una birra insieme promettendoci amicizia. Io gli voglio molto bene nonostante tutto e sono sicuro che anche lui me ne vuole. In fondo entrambi crescendo insieme e frequentando gli stessi posti siamo diventati rapper evidentemente anche Fedez è stato tenace quanto me nel realizzare il suo sogno. Hai ragione abbiamo due teste differenti e calde. Però ci sta dai, ognuno è quello che è.

Anche con Fibra Fibra il tuo rapporto è finito male... invece con Guè Pequeno e Marracash sei fratello.

E' normale anche noi abbiamo le nostre simpatie e antipatie. Quando sei sul palco non puoi farti vedere litigioso con qualcuno, devi tirare il sorriso anche se non ne hai voglia.. diciamola, se ti sta antipatico qualcuno devi fartelo diventare simpatico almeno davanti alle telecamere. Marra e Gue sono due miei grandi amici e sono i colleghi a cui sono più legato. Di Fabri Fibra che posso dire? E' un mito. Da ragazzino era il mio mito e adesso è un mio collega, il nostro rapporto è sempre buono e non giudico;non lo conosco bene.

Qual è il tuo rapporto con i fan? Sui social sembra tu non abbia freni nel rispondere alle critiche...

Dietro al mio lavoro c’è tanto sacrificio. Ci sono tante notte insonni, tanto malessere. Nel momento in cui scrivo una canzone profonda per me, e i commenti che mi arrivano sono “Seguimi, ricambio”, allora penso che non hanno veramente capito nulla di me. Io non sopporto questo modo che c’è oggi. Io ci tengo che la musica arrivi a chi può capirla. Io a sedici anni non stavo chiuso in casa a commentare o criticare: facevo avanti e indietro per Milano per cantare con altri ragazzi.

Il rap ti ha portato anche i soldi magari per fare le vacanze. Questo natale?

No il Natale e giù a Palermo da mia madre e i miei parenti ogni anno. Partirò poi come sempre in settimana bianca per scrivere e avere nuove idee per il mio prossimo album.

E' l'amore?

L'amore va avanti come sempre. Sapete che non mi piace parlarne ma con Chiara sono felice, sono più uomo. Da quando sto con lei ho scoperto lati di me ce neanche io conoscevo. Per esempio sono un romanticone, per la mia ragazza farei di tutto e cosi' faccio con Chiara. L'accontento in tutto e cerco di farla sentire il più possibile a suo agio al mio fianco perchè so che stare vicino a me non è facile.

Anche lei da quando è al tuo fianco è diversa.. i tuoi amici non ti dicono niente?

I miei amici ridono di me, dicono che sono cambiato troppo. L'amore davvero ti cambia, quello vero intendo. Lei mi dimostra ogni giorno di amarmi anche con semplice cose come prepararmi una cena dopo una giornata di lavoro. Sincero? Lei è la prima ragazza con cui sto e sento dei sentimenti veri.

Il vostro rapporto si è consolidato quando avete fatto delle vacanze insieme

Si è vero. Ci siamo conosciuti sempre meglio e il prossimo anno vorremmo andare a vivere insieme ma stop, ho già detto troppo.

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